Non siete mai stati convinti di agire nel modo migliore, di aver fatto le scelte più coerenti alla situazione, per poi scoprire di avere avuto semplicemente troppa fretta?
Ho tantissimi ricordi d’infanzia legati a Sergen: l’odore di solvente sui vestiti di mio padre quando tornava a casa, le vacanze estive passate in produzione a fare il piccolo, le prime paghette e l’orgoglio di averle guadagnate, la monotonia e come combatterla attraverso l’eccellenza, la responsabilità della propria mansione per l’equilibrio della squadra, la consapevolezza di ogni forma di spreco, la follia e la saggezza nascoste fra le storie di colleghi che vivevo come maestri professionali, ma anche di vita.
Poi un giorno conquisto il timone, l’ambizione alimenta l’arroganza, e mi convinco di avere una visione coerente, le nuove tecnologie stanno scardinando la tradizione ed io assecondo il fascino della novità; lo stile gestionale che mi è stato insegnato non è più coerente alla velocità richiesta dal mercato, mi sento solo, e precipito in una crisi d’identità; capisco di dover rivoluzionare la cultura aziendale, sposo l’idea del cambiamento ma devo accettare il giusto valore del tempo, il mio più grande nemico. Imparo a rallentare, riscopro le diversità dell’individuo, e una nuova dimensione: l’azienda non più come sterile strumento di conquista, ma come insieme di esseri umani imperfetti che ben coordinati possono creare valore inestimabile. Ma la globalizzazione non apprezza la diversità, la combatte separando gli individui, screditando ogni forma di comunità reale, sovvertendo l’unicità per la standardizzazione, così scopro la mia missione: trasformare l’azienda in una comunità d’altri tempi, dare valore alla tradizione, rispettando la tecnologia, ma non facendosi condurre da essa, rivalutando l’artigianato e l’apporto umano indispensabile alla creazione di bellezza.
Oggi in Sergen abbiamo un sogno, ridare alla tradizione serigrafica il giusto valore e rispetto, educando ogni persona che ci vive al concetto di comunità.
Non è chiaro quando riusciremo a realizzarlo, ma già cominciando il cammino ci sentiamo protetti dalla ferocia del mondo, stiamo riscoprendo il buon senso, e cominciamo a trasferire eccellenza in ogni azione o risultato che ci coinvolga. Potremo ricominciare a pensare basandoci sulle regole universali della natura, non facendoci intimidire dai dogmi creati dagli uomini, saremo liberi.
Siamo quindi dei liberi stampatori che desiderano rimettere l’uomo al centro per ottenere bellezza.
Chiunque voglia conoscerci o far parte del nostro progetto deve soltanto chiedersi se ha intenzione di essere e poi contattarci.
Italian 
English 